Quante volte abbiamo detto: “Basta, voglio fuggire da tutto e da tutti, scappare in un posto lontano, dove nessuno possa più trovarmi…”.
Occorre fare attenzione a ciò che si desidera, perché si potrebbe anche essere accontentati, visto che un luogo del genere esiste davvero.
Tristan da Cunha e il luogo permanentemente abitato più remoto del mondo, dista 2000 Km dall’Isola di Sant’Elena, proprio quella resa celebre dall’esilio di Napoleone, e 2400 Km da Città del Capo.
Gli abitanti sono 270 e vivono tutti nell’unico villaggio dell’isola, chiamato, con un po’ di ironia, Edimburgo dei 7 mari.
Amministrativamente appartiene al territorio britannico d’oltremare di Sant’Elena, Ascensione e Tristan da Cunha; sull’isola risiede un amministratore che rappresenta il governatore di Sant’Elena, a sua volta delegato della Corona britannica.
Dell’arcipelago fanno parte anche alcuni isolotti disabitati, il più grande dei quali ha il suggestivo e affascinante nome di Inaccessible Island… dev’essere proprio un posticino accogliente…
L’unico collegamento che raggiunge l’isola e la nave che alcune volte l’anno fa da spola con Città del Capo; il viaggio dura dai 5 ai 6 giorni, a seconda delle condizioni del mare.
L’isola appare proprio come ci si aspetta al termine del lunghissimo viaggio; un cono vulcanico che si erge solitario e orgoglioso.
A bordo della nave sono ammessi turisti, che al costo attuale di 800 dollari americani, possono mettere piede su questo angolo sperduto di mondo; ma prima occorre inviare formale richiesta all’amministratore, che dopo averla sottoposta al consiglio l’approverà.
Sull’isola non sono presenti hotel. Ma quasi tutti gli abitanti offrono un servizio di bed & breakfast al prezzo uniformato di 50 sterline al giorno;
Non mancano possibilità di svago e di vita notturna, dal momento che sono presenti un bar, il Da Cunha Cafè, e persino un pub, l’Albatross.
Lavarello e Repetto, due genovesi alla deriva
A Tristan da Cunha sono presenti soltanto 8 cognomi; Due inglesi (Swain e Patterson) due statunitensi (Hagan e Rogers) uno scozzese (Glass), uno olandese (Green) e due di Camogli, Genova, Lavarello e Repetto.
Cosa ci faranno mai due genovesi in un posto dimenticato da Dio, come Tristan da Cunha?
Il 3 ottobre 1892 la nave Italia, in navigazione tra la Scozia e Città del Capo, subì un incendio a bordo; il suo comandante, il genovese Rolando Perasso fu così bravo da condurlo sui fondali di Tristan, e fu un vero miracolo, in quanto l’isola era l’ unico approdo nel raggio di migliaia di chilometri.
Tutti i 16 componenti che componevano l’equipaggio della nave si salvarono; a Tristan trovarono una piccola comunità, formata dal primo governatore dell’Isola, lo scozzese William Glass, presente li fin dal 1815, quando ottenne dalla corona inglese il permesso di insediarvisi.
Il 21 gennaio 1893 i naufraghi dell’Italia vennero recuperati dalla nave Wild Rose, e tutti fecero ritorno in patria; tutti fecero ritorno in patria, tranne Gaetano Lavarello e Andrea Repetto, che, nonostante gli ordini del capitano della Wild Rose decisero ostinatamente di rimanere sull’isola.
Ebbero molti figli, e oggi i Lavarello e i Repetto ancora abitano l’isola.
Tristan da Cunha conduce così la sua vita quotidiana, tra regole che al resto del mondo paiono ormai superate, come l’assenza della proprietà privata, il divieto ai non originari dell’isola di trasferirsi definitivamente e, inevitabilmente, i problemi derivanti dall’endogamia, cioè incroci tra persone aventi lo stesso sangue e familiari tra loro.
Ma la popolazione può contare su un valido ospedale, gestito da 1 medico e 5 infermiere, che orgogliosamente si chiama come l’antica patria di Andrea e Gaetano, il Camogli Hospital.