Non possiamo chiamarla la ‘Baarle-Hertog italiana’, ma è sicuramente una delle stranezze geografiche più evidenti del nostro Paese. San Pellegrino in Alpe, oltre a essere il paese più in alto dell’Appennino con i suoi 1525 metri sopra il livello del mare, ha un altro curiosissimo record: quello di contenere, al suo interno, un’isola amministrativa dell’Emilia in territorio geograficamente toscano. Nonostante siamo in provincia di Lucca e il confine con Modena sia qualche chilometro più sopra all’altezza del Passo Radici, parte di questo paese è amministrativamente sotto il comune di Frassinoro anziché di Castiglione di Garfagnana. Persino la chiesa è divisa a metà tra Toscana ed Emilia.
Google Maps non segna questa anomalia, lo fa Google Earth. Ma come è possibile questa cosa? È proprio la storia della chiesa, dedicata ai santi Bianco e Pellegrino, a far sì che oggi ci siano alcune persone che devono farsi 22 chilometri verso nord per andare a votare per il sindaco di Frassinoro o per il presidente della Regione Emilia Romagna.
Guardando questa mappa si capiscono meglio i confini. La storia ha origini lontane: toscani ed emiliani infatti si contendevano le spoglie di San Pellegrino, che riposano all’altezza dell’altare del santuario. Era circa il 1110 e venne trovata una soluzione: il feretro fu posto sopra un carro condotto da due tori, uno lucchese e uno emiliano, i quali furono lasciati andare e si fermarono dove oggi si trova la chiesa. Essendo dentro il territorio toscano agli emiliani furono concessi, oltre a metà chiesa, un totale di sei ettari, dove oggi vivono una manciata di cittadini che sono, appunto, emiliani che vivono dentro la Toscana. San Pellegrino, dopotutto, era conteso per un motivo importante: figlio di un re di Scozia, era arrivato fino a qua riuscendo a sconfiggere il diavolo e scacciarlo da qua, con doti stile supereroe, facendolo sbattere contro le montagne e facendo nascere, così vuole la leggenda il Monte Forato.
Luogo molto conosciuto da ciclisti e motociclisti, San Pellegrino in Alpe lo si apprezza appieno solo se si è Malati di Geografia come noi. Per questo ci siamo andati per effettuare delle riprese e delle interviste, documentare questa stranezza in un video che potete trovare qui sotto oppure sul nostro canale Youtube. Il custode del piccolo museo etnografico che si trova in territorio lucchese, ma per entrarci bisogna fare dei passi dentro l’Emilia, è gentile e ci spiega tutti i confini. San Pellegrino in Alpe è disseminata di piccoli miliari che ci fanno capire se siamo dentro l’isola emiliana o in Toscana. Dentro la chiesa le mattonelle sotto le panche dividono il territorio toscano dalla sua exclave emiliana. Spettacolo!
Ma la domanda è: se mi sento male in mezzo al paese, arriva il 118 di Lucca o di Modena? Chi vota dove? Dove pago l’Imu? Quesiti che in parte abbiamo posto agli abitanti, come si vede nel filmato. Per la spazzatura esiste una convenzione tra Frassinoro e Castiglione per cui è il gestore toscano che se ne occupa. La manutenzione delle strade invece è a carico dei due municipi. Alcuni residenti votano in Toscana, altri in Emilia, per le tasse, a seconda della metratura, si pagano un po’ di qua e un po’ di là. Puro anacronismo che ha superato i feudi, i medici, i Lorena, gli Estensi, gli Austria D’Este, il regno d’Italia, il fascismo e la Repubblica. Mussolini modificò i confini dell’Abetone, ma su questo punto non ci mise mai le mani. Ed è così che, ancora oggi, l’Emilia ha una sua estensione in Toscana a tutti gli effetti, che ci stupisce anche grazie alla leggenda del santo scozzese diviso tra Nord e Centro, gnocco fritto e fettunta, ‘la cocomera’ e ‘i’ kohomero’.
Giornalista, classe 83, da sempre appassionato di geografia. Si divide tra l’Emilia e la Toscana, tra la cronaca e il marketing, tra il lavoro e le sue passioni. Ha fatto il direttore di giornale web, scritto su quotidiani cartacei, lavorato in tv e radio, ma pensa che le sfide non siano ancora terminate. Malati di Geografia è l’ennesima, grande, avventura editoriale.
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